19960726 - 26 luglio
Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
“Che le vostre parole siano dolci mentre nella mente c’è amarezza non è bene per voi, è un difetto del vostro carattere; voi sarete apprezzati nel mondo solamente quando sarete mondi da questa macchia. Ascoltate, o coraggiosi figli di Bhârat!”
La pace si manifesta dove c’è la sacralità
Incarnazioni dell’Âtma Divino!
Oggi l’essere umano vive tormentato dalla paura e dall’inquietudine perché pensieri e parole non sono in armonia. Tutti vogliono la pace e impiegano tempo ed energia per ottenerla, ma nessuno si interroga su che cosa significhi veramente “pace”, dove la si trovi e come la si ottenga.
L’uomo perde la pace a causa dell’avidità e dell’odio
Prima di tutto, bisogna chiedersi se si cerca la pace che riguarda il mondo o quella interiore. La prima è temporanea, viene e va, ma l’uomo si illude ritenendola pace vera. Egli è incapace di capire quale sia la natura della pace, quale sia il suo potere e come sia sublime. Lo stato di libertà dall’attaccamento e dall’odio costituisce la pace vera; dove ci sono avidità e odio non può esserci pace. Che cos’è Prashânti (la Pace suprema)? “Pra” significa “sbocciare”; quindi il fiorire della pace interiore in una condizione libera da odio e attaccamento è Prashânti; infatti è la manifestazione della pace interiore. Nel mondo c’è qualcuno che abbia sperimentato questo tipo di pace? Se vi chiedete questo, comprendete che, per i comuni mortali, sperimentare la Pace Suprema, libera da odio e attaccamento, è veramente difficile. La pace non si può attingere all’esterno; si deve manifestare da dentro. Come si può raggiungere questa Pace Suprema? Per togliere una spina dal piede si usa un’altra spina, il diamante si taglia solamente con il diamante. Similmente, la pace si ottiene soltanto con la pace. Nel mondo ci sono moltissime persone che godono di tutti gli agi e le comodità, eppure non trovano la pace e hanno continuamente paura di qualcosa. Perché? Gli agi e le comodità possono dare la pace all’uomo? Si può ottenere la pace con la ricchezza, l’oro e gli altri possedimenti terreni? Se la ricchezza e i possedimenti terreni possono dare la pace, com’è che anche i ricchi sono nella morsa dell’inquietudine? Oggi, a dispetto di tutti gli agi e le comodità, l’essere umano non è capace di sperimentare la pace perché è pieno di pensieri malvagi. Se un serpente vi entra in casa, siete presi dalla paura e dall’ansia; stando così le cose, come può l’uomo aver pace se le serpi velenose dell’avidità e dell’odio sono entrate nel suo cuore? Fintantoché non ci si libera di essi, godere della pace duratura è impossibile. Molti uomini hanno potere, autorità e ricchezza; nonostante ciò, non riescono ad aver pace e sono preda dell’agitazione perché non hanno la forza di volontà necessaria a controllare le qualità malvagie. Quindi, prima di tutto, l’essere umano deve accertarsi che le qualità e i pensieri malvagi non entrino nel suo cuore. Nei recessi del cuore, c’è una sorgente perenne di pace. L’acqua scorre dovunque sotto la superficie della terra: che cosa bisogna fare per tirarla fuori? Si deve scavare e rimuovere i detriti che la coprono. I detriti dell’avidità e dell’odio hanno coperto la pace dentro di voi; potrete raggiungerla solamente rimuovendoli.
Purificate la mente per sperimentare la pace
Alcuni credono erroneamente di poter ottenere la pace facendo delle adorazioni e dei rituali; essi pensano anche che il benessere del mondo si possa raggiungere con le cerimonie e i rituali. Ci sono molti che li eseguono per la pace del mondo. Io non dico che sia sbagliato; compierli è bene, ma la pace non si può acquisire con queste pratiche esteriori: la pace terrena si ottiene solamente raggiungendo la pace interiore. Tutto è riflesso del vostro stato interiore: potete avere la pace in casa solamente quando l’avete voi stessi. Come potete dar pace agli altri se voi stessi ne mancate? Pensare di ottenere pace o irrequietezza dagli altri è sciocco; la fame si sazia solamente mangiando, la malattia si cura soltanto prendendo la medicina. Allo stesso modo, ognuno può ottenere la pace liberandosi delle qualità malvagie.
La pace non è qualcosa che si possa ereditare dai genitori: è una sola entità, non divisibile né distribuibile; è dovunque, ma l’essere umano deve sforzarsi di sperimentarla. L’inquinamento mentale causato dalle qualità malvagie e dai pensieri corrotti è responsabile dei vostri turbamenti e agitazioni. Una persona agitata non può neanche dormire profondamente; come può dunque sperimentare la pace? La pace è divina e, per sperimentare questa qualità divina, dovete purificare il cuore, il che significa che dovete stare attenti a non farvi entrare le qualità malvagie. Acquisite il potere di controllare le qualità malvagie in ogni circostanza; qualunque sia la difficoltà, il problema o la situazione impegnativa che dovete affrontare, occorre che maturiate il potere di impedire l’accesso delle qualità negative nel cuore. Qual è questo potere? È l’amore. Se ottenete questo potere dell’amore, nella mente non ci sarà spazio per i cattivi pensieri. È molto probabile che i serpenti velenosi trovino rifugio in una stanza buia piena di mobili; solamente stanze simili, ingombre e oscure, diventano ospitali per questi rettili. Se la stanza è pulita e luminosa, non è possibile che essi vi entrino. Allo stesso modo, voi dovere illuminare il vostro cuore con la luce dell’amore e non intasarlo con i bagagli dei desideri. Per questo si dice: “Meno bagagli più comodità.”
La pace è dentro di voi
Cari studenti!
La parola “Shânti” in telugu è formata di due sole sillabe, ma ha grande significato. Voi la pronunciate tre volte dopo i bhajan. Perché tre volte e non quattro o due? Si pronuncia tre volte “Shânti” perché chiediamo la pace a tutti e tre i livelli, quello fisico, quello mentale e quello spirituale. Se si ha pace al solo livello fisico, si può essere agitati mentalmente e, ancora, se si ha la pace al livello mentale ma non a quello fisico, non si può godere della pace totale. Il significato profondo del pronunciare “Shânti” tre volte è di pregare per la pace a tutti e tre i livelli. La pace si può ottenere solamente tramite la pace. Se non siete in pace, sedete in un luogo tranquillo e ripetete “Shânti, Shânti, Shânti” come un mantra e, dopo un po’, otterrete certamente la pace. Allo stesso modo, come Io vi ho detto tante volte, quando vi vengono in mente dei pensieri corrotti, ricordate ripetutamente a voi stessi: “Io non sono un animale; io sono un uomo.” Allora, i pensieri animali svaniranno e compariranno pensieri nobili. Quando avete un accesso d’ira, ricordate a voi stessi: “Io non sono un cane; io sono un uomo.” La rabbia è la qualità del cane, non dell’uomo; se continuate a ripetervi di non essere un cane, la caratteristica dei cani vi abbandonerà. A causa della natura instabile della mente, a volte vi vengono dei pensieri indesiderati; in quel momento rammentate ripetutamente a voi stessi: “Io non sono una scimmia; sono un essere umano.” Così facendo, la caratteristica della scimmia scomparirà da voi. L’ira, l’instabilità ecc. sono qualità animali, mentre la pace, la compassione, l’amore, la tolleranza ecc. sono qualità umane. Se coltivate le qualità umane, le vostre caratteristiche animali scompariranno automaticamente.
Tutte le qualità sono nell’essere umano, non hanno alcuna provenienza esteriore. Alcuni pensano che le cattive compagnie facciano sorgere pensieri negativi, ma voi sarete influenzati dalle cattive compagnie solamente se in voi ci sono già delle tendenze malvagie. Non ci sono forse pensieri e sentimenti buoni nell’ambiente esterno? Perché non entrano nel vostro cuore? Non c’entrano perché, in partenza, non ci sono in voi sentimenti e pensieri buoni. È per questo che, sin dai tempi antichi, è stata data grande importanza al satsang (compagnia dei saggi). I pensieri e i sentimenti buoni si svilupperanno in voi se vi accompagnate a persone buone. Albergate sempre sentimenti sacri. Che cosa si intende per sentimenti e pensieri sacri? I pensieri su Dio sono sentimenti sacri. Il fatto che scegliate un Nome di Dio o l’altro su cui meditare non ha importanza.
Ek prabhu ke anek nâm
L’unico Dio ha molti nomi.
Riempite il vostro cuore con qualunque Nome Divino e non ci sarà più alcuno spazio in cui altri pensieri possano entrare. Il cuore è come una sedia singola. Una volta che vi avrete insediato l’Amore Divino, nessun pensiero malvagio potrà entrarvi. In giovane età, gli studenti sono ossessionati da molti tipi di pensieri. Non solamente la cattiva compagnia ne è responsabile: lo sono anche il cibo e le abitudini. Anche la vostra insensatezza ne ha colpa. Qual è questa insensatezza? Voi non sapete ciò che è bene, ma non ascoltate chi ve lo indica; questa è l’insensatezza più grande dell’essere umano. Cercate di conoscere voi stessi o ascoltate i buoni consigli degli altri; se ignorate ambedue le possibilità, non può esserci persona più insensata di voi. Se non sapete che cosa è bene, cercate di scoprirlo, altrimenti chiedete consiglio alle anime nobili che possono insegnarvelo. Solamente tramite simili metodi sacri otterrete la pace. La pace non è qualcosa che si acquisisce dall’esterno; la si sperimenta dall’interno. Nel sottosuolo c’è acqua dappertutto; ce l’avete versata voi? No, è già lì per natura e voi la potrete attingere solamente dopo aver rimosso la terra che la ricopre. Similmente, la pace è già presente nel vostro cuore e voi la sperimenterete quando rimuoverete il terriccio dell’avidità e dell’odio che la ricopre.
La pace è la ricchezza interiore dell’uomo
L’avidità e l’odio sono responsabili dell’inquietudine e della paura imperanti oggi nel mondo. Nessuno può godere della pace. Dov’è il difetto? Il difetto è dentro di voi, non è esterno. Voi stessi siete la causa della vostra inquietudine, e i pensieri malvagi sono responsabili della vostra mancanza di pace. Indagate all’interno e liberatevi dei pensieri e sentimenti cattivi; allora è certo che sperimenterete la pace. La pace è la corona delle anime nobili; la pace fugge via da dove c’è l’egoismo. Se essa vede una persona piena di avidità e odio, non le si avvicina. Come voi fuggite se vedete un serpente, la pace fugge se trova qualcuno pieno di avidità e odio. Essa si manifesta dove c’è sacralità. La pace è la ricchezza interiore di ogni essere umano; perché dovreste correr dietro a una qualunque ricchezza esteriore se ne avete una così grande in voi? Perché dovreste andare presso altri ad accendere la vostra lanterna se ne avete già una accesa in casa? Perché dovreste andare dai vicini a chiedere del fuoco se ne avete già uno che arde nel focolare? La vostra pace è dentro di voi; non avete bisogno di andare da qualcuno in cerca di pace. Se intraprendete delle attività che purificano la mente, la pace diventa una vostra proprietà. Tutte le pratiche spirituali puntano a purificare la mente e voi avrete la pace solamente quando la mente sarà pura. Potete impegnarvi in qualunque disciplina spirituale come la ripetizione del Nome Divino, la meditazione, il canto dei bhajan o la contemplazione del Signore e potete anche frequentare delle buone compagnie; tutte le discipline spirituali, per quanto possono, mirano a eliminare le vostre caratteristiche malvagie. Quello che ottenete da queste pratiche temporanee è solamente pace temporanea, non permanente. Se volete la pace permanente, dovete elevarvi al livello del Divino dicendo a voi stessi: “Io sono un essere umano; devo raggiungere il livello del Divino. Dall’animalità sono salito alla condizione di umano; dall’umanità, devo raggiungere lo stato del Divino.” Puntate sempre in alto; gli scopi bassi sono un misfatto.
Sviluppate le caratteristiche umane
Quando raggiungerete lo stato di non dualismo qualificato (visishtdvaita) se trascorrete tutta la vita nella dualità (dvaita)? Se non raggiungerete questo, come arriverete al Non dualismo (Advaita)? Voi siete tutti studenti; supponete di ottenere il primo livello quest’anno: ne sarete soddisfatti per sempre? No, l’anno prossimo dovete ottenere il secondo livello e, l’anno dopo ancora, il terzo in modo da progredire ogni anno; questo è il sistema giusto e il progresso vero. Lo stesso si applica anche alla spiritualità: ora siete al livello della dvaita in cui dite: “Io sono differente da te.” Da qui dovete raggiungere lo stato di visishtâdvaita in cui comprendete che, sebbene i corpi siano diversi, tutti siamo un aspetto del Divino. Quando vi liberate dell’attaccamento al corpo, diventate uno con il Divino e questo è Advaita. I corpi sono come le lampadine che si accendono tutte con la stessa corrente e questa corrente è il principio dell’Âtma. Voi dovete portare a manifestazione questo principio di unità che è Advaita e non sprecare tutta la vita rimanendo nella dvaita.
Raggiungete il livello dell’amore
Si possono avere dei desideri, ma essi devono rimanere entro certi limiti. Che scopo hanno i desideri? Il loro scopo è il compimento dei propri doveri. Se siete un capofamiglia, dovete assumervi le vostre responsabilità; se siete uno studente, il vostro dovere è quello di frequentare la scuola, partecipare alle lezioni, ascoltare gli insegnanti e studiare bene. Se seguite questa procedura corretta, otterrete voti buoni e sarete promossi alla classe successiva. Anche sulla strada spirituale dovreste seguire la procedura giusta.
Adhyâtma vidyâ vidyânâm
L’educazione spirituale è vera educazione.
I vari tipi di educazione terrena sono come piccoli fiumi.
Tutti i fiumi, tuttavia, confluiscono alla fine nell’oceano che è la loro destinazione finale.
Nâdinam sagaro gathi
L’oceano è la meta dei fiumi.
Potete essere padroni della musica, della letteratura, della pittura e delle arti, ma lo scopo finale di tutto l’apprendimento è di ottenere l’Amore di Dio, di raggiungere l’oceano della grazia divina. Voi studiate molte materie come la fisica, la chimica, la matematica, la botanica, l’inglese ecc.; le materie sono diverse ma il cervello che le apprende è lo stesso. Se vi chiedo che cosa state studiando, quali sono le vostre materie, voi dite fisica, chimica e matematica per prendere un diploma; similmente, potete praticare qualunque disciplina spirituale, ma ciò che dovete ottenere alla fine è il diploma dell’amore. I nove passi della devozione sono i mezzi sacri per ottenere la pace. Essi sono: l’ascolto delle storie di Dio, il canto delle Sue lodi, la contemplazione del Signore, il servizio offerto ai Suoi Piedi di Loto, l’atteggiamento di profondo rispetto verso Dio e la Sua creazione, l’adorazione rituale, l’atteggiamento di servo dedito e fedele verso Dio, l’amicizia con Lui e l’affidamento o resa totale al Divino. Si può seguire una qualunque di queste strade o anche tutte, se possibile; solamente così otterrete la pace. Coltivate l’amore per il Divino; esso vi libererà dall’agitazione fisica e terrena. I sentimenti relativi al mondo vengono e vanno come nuvole passeggere, mentre la pace che viene da dentro è permanente. In effetti, la pace vera è quella che non finisce. Quella che viene e va non è pace reale; quindi cercate di ottenere quella permanente. La Verità è permanente, per cui, al fine di raggiungere Dio, bisogna seguire questo principio permanente della Verità. Se si segue ciò che non dura, non si arriva da nessuna parte. Bisogna mirare a ciò che è vero ed eterno altrimenti non si ottiene la Divinità vera ed eterna.
La spiritualità non conosce paura
Cari studenti!
Non dovete semplicemente parlare di Satya, Dharma, Shânti, Prema e Ahimsâ (Verità, Rettitudine, Pace, Amore e Non violenza), ma dovete risvegliarli nel vostro cuore.
Uttishtha, jagratha, prâpya varannibodhata
Alzatevi, svegliatevi, andate verso le persone nobili
e apprendete da loro il segreto per raggiungere la Divinità.
Dovete risvegliare i valori di Verità, Rettitudine e Pace che sono sopiti nel vostro cuore. Perché sono sopiti? Lo sono perché voi non li usate in alcun modo; mettete invece in azione tutti i sentimenti e le tendenze inerenti al mondo. Questi valori sono inattivi perché non ne fate uso. Metteteli in azione; allora, tutte le tendenze mondane saranno sottomesse e i valori si risveglieranno. Un leone non ha alcuna paura e cammina maestosamente senza guardare indietro. È per questo che è chiamato re degli animali. Un gigante spirituale è impavido come un leone. Chi ha desideri per le cose del mondo è come una pecora che ha sempre paura. Come sapete, le pecore si seguono l’un l’altra ciecamente; se una cade in un pozzo, tutte le altre la seguono. Voi dovete essere come leoni e non come pecore. Non date spazio al timore; sviluppate coraggio e prodezza senza lasciar alcun margine alla paura. Dhîratvam (l’impavidità) è la caratteristica distintiva di Daivatvam (la Divinità). Voi dovete sforzarvi di salire al livello della Divinità. Non dovete temere alcunché; la paura viene solamente quando in voi c’è qualche mancanza.
Dove c’è rettitudine, c’è virtù.
Dove c’è virtù, c’è disciplina.
Dove c’è disciplina, c’è pace.
Invece, dove c’è paura e mancanza di virtù, c’è mancanza di pace. Le virtù sono il fondamento della pace. Voi dovete sviluppare le virtù; è per questo che Hanuman è esaltato come Santudu, Gunavantudu, Balavantudu, Hanumantudu (avente Pace, Virtù, Vigore e Valore). Qual è il fondamento di tutte le virtù che possedeva? Ecco un esempio. Una volta, le madri del Saggio Agastya, di Hanuman e del Signore Râma parlavano della grandezza dei loro figli. La madre di Agastya disse per prima: “Sapete chi è mio figlio? È quello che ha bevuto tutto l’oceano in un sorso solo; tale è la sua grandezza.” Udendo questo, la madre di Hanuman disse: “Tuo figlio può aver bevuto l’oceano intero, ma mio figlio lo ha attraversato con un salto e ha raggiunto Lankâ.” Madre Kaushalyâ intervenne e disse alla madre di Hanuman: “Tuo figlio ha attraversato l’oceano solamente con il potere del Nome di mio Figlio.” Dalla conversazione di queste tre madri si evince chiaramente che Dio è il più grande di tutti. Agastya poté bere l’oceano grazie al potere di Dio e, in modo simile, il potere del Nome di Rama permise a Hanuman di attraversare l’oceano e raggiungere Lanka. Pertanto, prima di tutto, cantate il Nome di Dio. Niente è più potente del Nome Divino.
(Bhagavân ha concluso il Discorso con il bhajan: “Hari Hari Hari Hari Smarana Karo…”).
Prashânti Nilayam, 26 luglio 1996, Sai Kulwant Hall
(Da “Sanâtana Sârathi”, dicembre 2012)