19690515 - 15 maggio
Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
[1] In questa vasta assemblea ci sono persone di molte lingue diverse. Ognuno comprende soltanto la sua lingua e desidererebbe che gli si parlasse in quella, ma c’è un linguaggio del cuore che tutti possono comprendere e vorrebbero sentire. Quello è il linguaggio che Io parlo, il linguaggio che va dal Mio cuore al vostro. Quando un cuore parla ad un altro cuore, ciò che trasmette è amore, senza riserve. Travagli e tribolazioni, spasimi e palpitazioni, ricerche e dolori sono i medesimi per tutta l’umanità. Un cuore sensibile ascolta queste cose con partecipazione e risponde con amore.
[2] Tutti desiderano essere felici, lavorare meno e guadagnare di più, dare meno e ricevere in abbondanza, ma nessuno fa esperienza del metodo inverso: volere meno e dare di più. I desideri sono come ceppi che impediscono i movimenti, sono degli intralci ai piedi. Un giovane studente può scorrazzare libero sulle sue due gambe; appena si sposa si ritrova con quattro gambe, ed il primo figlio lo porta ad avere sei gambe: così le sue capacità di movimento continuano a ridursi. Più sono i piedi, minore è la velocità, maggiore è l’aderenza al suolo; il centopiedi è costretto a strisciare. Più cose, più impicci, più impedimenti. Accumulare divani, poltrone, tavoli, mobili ed oggetti insoliti crea disordine nell’abitazione e rende i movimenti lenti e rischiosi. Ridurre le esigenze, vivere semplicemente, quella è la strada che porta alla felicità! L’attaccamento porta dietro di sé la sofferenza: alla fine, quando la morte pretende che si abbandoni tutto e ci si separi da tutti, siete oppressi dal dolore! Siate invece come il loto: sull’acqua ma non nell’acqua. L’acqua è necessaria per farlo crescere, ma il loto non permette che neppure una goccia bagni i suoi petali. Il mondo oggettivo è l’arena delle virtù, è la palestra per lo spirito, ma utilizzatelo solo a tale scopo; non elevatelo a uno stato più importante, non adoratelo come se fosse tutto.
[3] Certe persone vanno dicendo che Dio non esiste in quanto non sono in grado di vederlo. Affermano di averlo cercato nello spazio e perfino sulla Luna, ma senza trovare traccia dell’Onnipotente. Eppure quelle stesse persone sono, in ogni momento, la dimora in cui Egli risiede! Come il cieco disorienta un altro cieco e gli fa fare un ruzzolone, così molti ripetono come pappagalli questo ritornello alla moda. Nessuno vede le radici di un albero che sono in profondità nella terra, quindi nascoste alla vista; potreste forse asserire che gli alberi non abbiano radici e che non ci sia nulla a nutrirli o a sostenerli dal di sotto? Dio alimenta, sostiene, sorregge! Non visto, diventa visibile a coloro che compiono lo sforzo e seguono le linee stabilite al riguardo da chi è riuscito a farne esperienza. Come il burro nel latte, Dio è visibile quando viene realizzato attraverso lo sforzo della disciplina spirituale. Le fondazioni dei grattacieli non si vedono, ma credete forse che siano semplicemente appoggiati a terra? Le fondazioni di questa vita scendono profonde nel passato, in altre esistenze da voi vissu te, e l’attuale struttura è stata modellata secondo il disegno tracciato nel corso di quelle vite. Nel ‘non visto’ sono decise le forme e le dimensioni, il numero dei piani, l’altezza ed il peso. Dio è il grande Invisibile, l’immenso Inconoscibile. Voi versate acqua attorno al tronco perché vada ad irrigare le radici anche se non si vedono e non sapete quanto profonde ed estese siano nel terreno; dopo averle bagnate vi aspettate che l’albero produca dei frutti. Allo stesso modo, riconoscete che c’è Dio alla base della creazione, pregatelo ed Egli vi concederà frutti in abbondanza!
[4] I mezzi principali per distogliere la mente dalle distrazioni e per concentrarvi sulla ricerca di Dio sono lo yoga (comunione con il Divino) ed il sacrificio. Dovete liberarvi del desiderio per mezzo del sacrificio, e raggiungere Dio attraverso lo yoga. Il desiderio offusca l’intelligenza, fuorvia il discernimento ed acuisce gli appetiti dei sensi; inoltre conferisce un fascino ingannevole al mondo oggettivo. Quando il desiderio scompare o si concentra su Dio, l’intelligenza si auto-illumina, brilla del suo splendore originale, e quello splendore rivela il Dio interiore ed esteriore. Quella è la vera realizzazione del Sé.
Vi benedico affinché abbiate successo nella disciplina spirituale che avete intrapreso. Se ancora non ne seguite una, vi suggerisco di adottare la semplice disciplina della recitazione del Nome divino, oltre ad offrire la vostra riverenza ai genitori, agli anziani ed agli insegnanti, e a rendere servizio ai poveri ed agli ammalati. Considerate ognuno di loro come la vostra Divinità preferita; questo colmerà il vostro cuore d’amore e vi conferirà stabilità mentale e pace.
Ahmedabad, 15.05.1969